martedì 19 aprile 2011

FATEVI PRENDERE A CALCI DAI NERD CON LO SPLENDIDO KICK ASS


"Perché nessuno vuole essere un supereroe, tipo Spiderman, ma tutti vogliono diventare Paris Hilton? Non ha nemmeno le tette". L'interrogativo, che pesa come un macigno sulle nostre coscienze, manda in brodo di giuggiole i NERD orgogliosi di tutto il mondo e temporaneamente fuori sincrono il giovane Dave Lizewski. 'Kick Ass', la graphic novel fatta film che racconta della rapidissima ascesa di Dave dalla polvere dimenticata di una fumetteria alla vita incosciente da giustiziere diurno, non ha un difetto uno che sia lecito. Al contrario, i pregi illeciti abbondano.

Ad esempio la facilità nel divertire e nel creare una mitologia degna della miglior saga supereroistica. I meriti vanno divisi equamente. Da una parte il creatore su carta Mike Millar. Dall'altra il regista dal talento incontenibile Matthew Vaughn. L'incontro empatico di due creativi vincenti ha fatto venir fuori una pellicola che ti gratta il palato. Non solo: ti fa sembrare intelligente una manciata di popcorn e ti riporta a un cinema che sfrutta il fascino ingenuo di un ottimo cartone anni 80.

Dicevamo della storia. Dave, stufo di essere invisibile al mondo, compra un costume ridicolo su eBay e passeggia per le strade cercando gattini e pupe da salvare. Fino a quando le prende.
Ma ne prende così tante da invogliare qualcuno a riprendere il pestaggio con l'iPhone e schiaffarlo in tempo reale su YouTube. Il film a quel punto arriva a un bivio. Potrebbe perdersi come un Daredevil qualunque. Invece no. Niente riuscirà a superare i primi 45 folgoranti minuti. Ma la storia regge facendo equilibrismo sul filo dei generi, delle battute, delle inverosimiglianze. Ma perché Kick-Ass è un film imperdibile? Vediamo.

1- Le citazioni.
Anche Tarantino sarà impallidito davanti al mausoleo di rimandi. Io ci provo con un elenco alla Saviano: Spiderman, Hulk, Alan Moore, Civil War, X-Men, Michael Mann, Park Chan-Wook, Ang Lee, Batman, Brian De Palma, Mike Mignola, Guillermo Del Toro, Tarantino, Kill Bill, Una vita al massimo, Peckinpah, Ghost Dog (gli scagnozzi di D'Amico arrivano cn la Freccia Rossa dal film di Jarmusch). E qualcosa dimentico sicuro.

2- La storia.
Perché regge. In tanti criticano la scelta del regista: il film dopo una prima parte 'credibile' passa a una seconda 'illogica'. Nel senso che spuntano dei veri supereroi, a fronte dello sfigato Kick-Ass. Si perde il ragionamento di fondo. Proprio no. Anzi.

3- La colonna sonora. Avrei voluto scegliere io tutte quelle canzoni splendide e metterle nei posti giusti.

4- Gli attori.
La piccola Chloe Moretz è un qualcosa di triturante. Se davvero, come si vocifera, sarà la piccola Nikki che cercherà vendetta in Kill Bill vol.3, beh aspettiamoci grande cose. Lizewski è perfetto, Mintz-Plasse è meravigliosamente figlio di papà. Ma soprattutto ritroviamo Nicholas Cage in un ruolo degno. Forse il migliore dai tempi (non esaltanti) di 'Stregata dalla luna' e 'Via da Las Vegas'. Infine il protagonista Aaron Johnson: il paladino più passivamente adorabile dei cinecomics.

Probabilmente il film più vicino a 'Kick-Ass' rimane 'Kill Bill vol.1'. Entrambi divertono in maniera assolutamente simile. E' questa l'onda pop che mi piace. Quella piena di cultura: conoscenza della musica, conoscenza del cinema, un'autoironia mai grossolana, una manciata di dialoghi folgoranti e un regista che sa prendersi dei rischi. Esempio opposto di popcorn movie inutile? 'Sherlock Holmes', per dirne uno. Qual è la differenza? Abissale: perché un regista con talento può cambiare completamente un film. Un regista solo presuntuoso può distruggerlo. Matthew Vaughn, continua così'.