E' assurdo quanto sia attuale il messaggio di "Videodrome". E' un film che trasmesso oggi non fa una piega, parla dell'attualità. Lungi da me il pippone sul dominio della televisione e sulla schiavitù del telespettatore. Però quando guardo la maggioranza dei programmi in Tv, io penso a "Videodrome". Nel capolavoro di Cronenberg l'imprenditore televisivo Max Renn (James Woods al meglio, poco prima di 'Once upon a time') per caso si imbatte in un canale fuorilegge. Solo torture in palinsesto. La metafora di Cronenberg è eccezionale. Renn si ritrova in un incubo: nel suo cervello nasce una specie di tumore che gli crea dipendenza da "Videodrome". Al posto della mano gli spunta una pistola fatta di ossa (che verrà citata 15 anni dopo in 'Existenz') e il suo corpo diventa una macchina violenta. Come un televisore.
I litigi, le urla, le falsità messe in piazza, le volgarità. Come una donna denudata, attaccata ad un muro di mattoni, frustata da due uomini incappucciati. Un pugno in uno stomaco? Forse, ma nella sostanza qual è la differenza rispetto alla Tv di oggi?
L'affascinante concetto di "nuova carne" sviluppato dal film chiude il cerchio. Vi consiglio caldamente la visione per scoprire perchè.
Un assaggio
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