Allegra Geller è la più grande ideatrice di videogiochi esistente. Ecco la sua grande idea: una bioporta posta alla fine della spina dorsale. Attacchi il simpatico “Pod” (fatto di carne, a forma di vagina) alla bioporta ed entri in Existenz, un gioco. Ma parimenti la realtà.
Signore e signori siamo nel 1999: 16 anni dopo “Videodrome” David Cronenberg ci va a regalare un altro pugnaccio nello stomaco dei suoi.
Il collegamento fra i due film è chiaro. Da una parte l'allarme sulla manipolazione delle menti da parte della Tv. Dall'altra un'incredibile sottolineatura sulla pericolosa dipendenza che possono creare alcuni videogiochi. E di seguito la perdita di un contatto con la realtà.
Existenz è un film non facile da seguire. Si avvita su se stesso, si sublima in continui colpi di scena. Ma alla fine ti lascia quel gusto tipico dei film del Maestro e ti porta ad amarlo. Ti siringa in intramuscolo l'agrodolce verità spiattellata, o meglio "splatterata", davanti al bel faccione di chi guarda.
Perchè l'apocalisse per Cronenberg è dietro l'angolo.
E se la carne muta, per lui muta anche il cervello delle persone. Così anche la realtà e in definitiva muta anche il nostro personale modo di intendere il cinema.
Morte al demone Allegra Geller.
Morte ad una carne, e ad una vita quindi, assolutamente virtuali.
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