mercoledì 6 gennaio 2010
I 10 FILM DEL DECENNIO SECONDO IL DIURNO - SECONDA PARTE -
7. EASTERN PROMISES (La Promessa dell'Assassino, Usa/Uk/Canada, 2007, David Cronenberg)
Se avessi dovuto stilare la top 10 degli anni 80, non avrei avuto problemi a inserire un paio di film del Maestro. Ma il fatto che riesca lo stesso a farlo, 20 anni dopo, dimostra la grandezza di questo cineasta unico nel suo genere. Il film è crudo, lirico, recitato divinamente, epico. Memorabili la shkodka, ovvero la cerimonia di iniziazione di Viggo Mortensen al codice Vor della mafia russa, e la già famosa colluttazione nella sauna in cui lo stesso Mortensen combatte nudo come mamma l'ha fatto.
Cronenberg, contravvenendo ai suoi costumi soliti, ha già annunciato che girerà il seguito.
L'attesa è snervante.
6. SPIDERMAN 2 (Usa, 2004, Sam Raimi)
Oscar 2005 Migliori effetti speciali
La più grande storia d'amore del decennio. Peter Parker e Mary Jane Watson. Più che nel fumetto, se possibile, i due protagonisti danno vita a un rincorrersi a tratti comico, a tratti struggente. Come il malinconico sguardo di Mj sul quale Raimi chiude il film. Peccato che nel terzo capitolo tutto andrà a puttane. Ma è bello pensare a Spiderman 2 come a un film autonomo. La sceneggiatura di Alvin Sargent è perfetta, Doc Ock non fa una piega, tutti i personaggi di contorno sono azzeccati, il tema musicale di Elfman è più incalzante che mai e riporta al "Descent into mistery" di batmaniana memoria.
Film sottovalutato dal pubblico (forse troppo complicato per lo spettatore da cinepanettone), ma giustamente lodato dalla critica. Il tanto auspicato incontro tra blockbuster e cinema d'autore? No, ho sempre pensato che "Spiderman 2" sapesse rappresentare qualcosa di più.
5. SIDEWAYS (Usa, 2004, Alexander Payne)
Oscar 2005 Miglior sceneggiatura non originale
Continuo a pensare che questo film possegga i dialoghi più brillanti degli ultimi 20 anni. Ricordo la sera che lo vidi al cinema, circa 5 anni fa, a Bologna, il cinema probabilmente era il Nosadella. Rimasi affascinato da una storia tanto semplice quanto avvincente. Miles o Jack? Il vino è solo un pretesto per raccontare l'umanità, l'amicizia virile, le scelte, l'importanza degli affetti più veri, la precarietà del carpe diem. Strano che il bravo Alexander Payne sia pressocchè fermo a livello cinematografico. Oscar a Paul Giamatti? Forse Miles non avrebbe approvato.
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